mercoledì 6 febbraio 2013

RECENSIONI - Looper


Appunto, LOOPER.

Ovvero:

"Ciao cari nemici, sono Bruce Willis, se volete farmi secco rivolgetevi al "me stesso mezza sega da giovane" perché altrimenti non ci cavate i piedi."


Si, siamo vivi. Sto parlando di noialtri ragazzi di CINEDIPENDENTE, che negli ultimi mesi non abbiamo pubblicato uno straccio di articolo. Inattività totale: tanto totale che Google ci ha inoltrato una mail per chiederci se eravamo vivi. Noi gli abbiamo risposto che "si, caspita, vivissimi", ma loro non lo hanno letto perché siamo finiti (giustamente e senza passare dal via) nella casella della SPAM. Ciò mi porta a pensare che siano ancora preoccupati.

Dunque, questa recensione potrebbe rivelarsi noiosa, perciò ho deciso di inserire di tanto in tanto delle facce DA GIUSTO di Bruce Willis che tengano alto il livello dell'attenzione e della simpatia. Via con la prima slide:


"Ho un cazzo di orecchio destro enorme. Eh eh!"

CAPITOLO 1: QUELLO DELLE COSE DATE PER SCONTATO MA "OK..."

Anno di grazia 2044. Un manipolo di giovanotti con la faccia pochissimo sveglia [si, vi sto raccontando un po' di trama - è uno sporco lavoro]. Si drogano come bestie utilizzando una specie di liquido che si assume dagli occhi come il collirio ma che collirio, evidentemente, non è. Sono dei killer professionisti e, siccome siamo in un film di fantascienza, le loro vittime sono tutt'altro che canoniche: essi uccidono infatti dei tizi che l'associazione criminosa a cui sono sottoposti spedisce loro dal 2074, anno in cui i viaggi del tempo saranno già stati inventati. I giovanotti sopracitati sono i LOOPERS, e da qui credo provenga il titolo della pellicola. Credo.

Su come sia possibile viaggiare nel tempo e su come questa specie di squadra di uccisori sia riuscita a essere messa in piedi non ci sarà mai detto nulla, mai. L'unica certezza che avremo è che come delegato al controllo delle operazioni del 2044 l'associazione ha spedito lo "scemo e più scemo" che non è Jim Carrey. Null'altro ci sarà mostrato.
Ma ok... (1)

Andiamo avanti. I giovanotti passano il loro tempo ridendo, sballandosi e sparando a dei tizi apparsi dal nulla che in seguito inceneriscono con rimarchevole professionalità. Il personaggio principale di questa allegra compagine si chiama Joe ed è interpretato da Joseph Gordon Levitt, il classico attore che,  fossi un regista, in un Teen horror movie farei morire per primo. E pure male. Levitt ha la classica faccia dell'attore bambino che appena gli sbuca un pelo di barba viene allontanato e un paio d'anni dopo lo ritrovi al SERT spaccato di eroina. Come adulto vale meno di una videocassetta smagnetizzata del film di SuperMario. Eppure è lì, a fare il killer cazzuto, e ad aggravare la situazione c'è che nel film interpreta Bruce Willis da giovane! Cioé, un momento. Non scherziamo. Anzi, nemmeno discutiamone. Pausa.


Mettiamo da parte l'esecrabile scelta di casting e proseguiamo.
Dunque, colpone di scena (ho detto COLPONE DI SCENA, quindi se non volete sapere niente superate la prossima foto di Bruce e continuate da lì): si scopre che a chiusura del contratto ogni LOOPER deve uccidere il proprio doppio speditogli dal futuro perché "siamo i cattivi e non vogliamo lasciare tracce delle nostre cagate illegali". Il loro "me stesso vecchio" muore e al killer vengono datti un pacco di lingotti per godersi la vita, la quale avrà però un'insindacabile durata di non più di trent'anni, tempo dopo il quale il LOOPER verrà preso, rispedito indietro e fatto secco dal sé stesso ragazzino e così via. Un LOOP. E anche da qui, credo, il titolo.

I motivi per cui i looper vecchi vengono rispediti indietro non ci sono spiegati mai. O almeno mai in modo anche solo vagamente convincente. 
Ma ok...(2)

La smetto con la trama perché stiamo entrando nella zona rossa che si traduce nel conciso pensiero "dimmelo e m'incazzo". E anche perché un pochino mi sto annoiando. Tuttavia, vi dico che in ordine sparso abbiamo: 

- Una signora giapponese molto bella che ci viene montata a neve che neanche Orson Welles nel Terzo uomo ma che poi viene inspiegabilmente dimenticata dalla pellicola.
Ma ok...(3)

- Uno scagnozzo veramente stupidissimo, talmente stupido che a un certo punto ti chiedi il perché ti venga mostrato in continuazione e ti rispondi che sicuramente avrà una certa rilevanza nel finale. E ti rispondi male, perché non è così. E' shiemo e basta.
Ma ok...(4)

- Da una parte un protagonista spocchioso e addicted che nel giro di una vomitata non è più addicted e si sente in vena di salvare l'umanità e dall'altra un co-protagonista sensibile e maturo che in cinque minuti perde il lume della ragione (detto anche Il lume di Bruce Willis) e comincia a sparare ai bambini per i campi.
Ma ok...(5)

Potrei andare avanti, ma credo di avervi già dato la misura di quanti Ma ok...lo spettatore deve ingoiare per tentare di godersi appieno la pellicola.
Alla fine, mi dicevo, sono solo dei banalissimi Ma ok..., i film di fantascienza sono come gli orologi, non importa se certi ingranaggi sono sporchi, logori o montati come viene, l'importante è che segnino l'ora esatta.
E qui son cazzi.

 ahi ahi! Ha detto che sono cazzi

CAPITOLO 2: HO DETTO CHE SONO CAZZI

E lo sono per davvero, purtroppo.
Il pasticciaccio brutto della fantascienza legata ai viaggi spazio-temporali sta nel fatto che se tu, regista, mi inventi un mondo parallelo in cui dei killer si sparano su e giù per i decenni, poi ti devi preoccupare di rendermelo credibile, logico e inattaccabile. Insomma, ci devi prestare attenzione, molta attenzione. Emmet Brown, per esempio, ne ha prestata parecchia. Hai in mano una bella idea, certo, ma sei a centomila anni luce dall'averla srotolata su una sceneggiatura a comparti stagni priva di angoli bui e domande lasciate in sospeso. C'è già stato Dick, ci sono già stati Gibson e quel gran paraculo dal talento mostruoso che corrisponde al nome di Christopher Nolan. Insomma, stai camminando sulle uova con le scarpe da cantiere. 
I Ma ok mi stanno bene, perché a volte immolare la credibilità di certe scene o omettere talune spiegazioni che fondamentalmente potrebbero portare lo spettatore alla noia (il come funzionano i viaggi nel tempo, per esempio) in nome del grande disegno logico-narrativo a cui esse sono subordinate, ecco, a volte è cosa buona e giusta. Ma se alle spalle di queste sviste ci sta il Carnevale di Rio delle incongruenze allora sei proprio fesso, mi sbagli su tutti i fronti.

Perché la verità è questa, ragazzi: in LOOPER non torna un cazzo. Poi certo, uno può essere buono e mettersi lì di gran lena a completare dei percorsi logici che la sceneggiatura ha bellamente ignorato, ma la sostanza non cambia. Il film è sbagliato, nel cuore (i Ma ok...) e nel cervello (Il Carnevale di Rio).

"Ehi, ma non c'era una giapponese nel primo tempo?"

CAPITOLO 3: BRUCE WILLIS

...Ovvero dove si parla dell'unica concreta ragione per vedere il film. Ve lo dico subito, Bruce Willis è totalmente sprecato, il suo personaggio è scritto male ed è lasciato a larghi tratti in secondo piano. 
Tuttavia a un certo punto i cattivi lo catturano e lo portano alla loro base per, probabilmente, farlo secco: grave errore. Bruce li disarma riempendoli di botte, ruba i loro mitra e in trenta (forse quaranta) secondi li massacra tutti, capo compreso. E mica erano pochi. Cioé, tutta questa organizzazione criminale super-pompata spazzata via da Bruce nel tempo che una persona impiega in media per scartare un Bacio perugina.

MORALE DELLA FAVOLA

Non c'è nessuna morale della favola: oddio, in realtà la pellicola qualche spunto filosofeggiante lo solleverebbe (altra grave pecca, di solito la sci-fi solleva degli tsunami filosofeggianti), ma non ve ne parlerò perché si tratta per lo più di "riflessioni morali da tonti che fanno gli americani". Manca la complessità esistenziale tipica del genere, manca la cattiveria, la critica sociale. Manca ciò che ha reso i romanzi di Dick le pietre miliari che sono, ovvero quella sorta di complessità ludica che è cuore e motore di questo genere di racconti e che ti spiega il dramma della modernità mentre fa saltare per aria delle astronavi.

ben detto, imbecille!

                                     
                   

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