martedì 31 gennaio 2012

Recensione: La talpa [prima versione, fatta da chi NON ha letto il libro di Lecarré]


C'è una talpa ai vertici del Circus. Questo è il concetto immobile, il perno, il mantra intorno a cui si srotola la stratificata pellicola di Tomas Alfredson ("Lasciami Entrare"), tratta dal romanzo di John LeCarré, avviluppando lo spettatore e i suoi stessi protagonisti in una sciarada di umori e segni che fanno lievitare il film oltre la pur nobile soglia del film di genere. Si vola alto, ci si perde e ci si confonde, talvolta ammirati dall'eleganza del tratto, conciso e sterile quanto caldo e sentito, altre volte addirittura commossi, se non altro per la faccia immota dell'agente Smiley (un Gary Oldman al suo nuovo anno zero), come paralizzata da uno zelo che tenta (invano?) di trascendere le botte che la vita gli ha inferto. Ci si perde, ho detto, ma alla fine ci si ritrova sempre, perché "c'è una talpa ai vertici del circus", una frase magica, che ci incolla nuovamente al plot dopo che Alfredson ci ammalia e disorienta nei suoi perfetti 24 fotogrammi per secondo.
La partitura è di quelle jazz, con un tema principale declinato nell'interpretazione di musicisti d'eccezione: è una bella sfida decretare se i personaggi siano più debitori del foglio scritto o degli attori che li incarnano. Sono semplicemente immensi, e immensamente asciutto è il modo con cui essi si scambiano la ribalta per liberare il proprio assolo. Un film parlato ancor prima che scritto, che rivela nella sua pacata logorrea una potente verità cinematografica che l'eccessiva classe della messa in scena rischia quasi di celare alla vista. Ma è un bene, perché tale rischio si sposa alla perfezione con l'assunto della pellicola: il cinema è pura visione, una visione sfuggente che non prevede la verità, anzi, di più, è una visione che la verità mortificherebbe.
In fondo, l'unica cosa che conta è che c'è una talpa ai vertici del Circus.

Voto: ****

Marco Nucci



Ndg [Nota Di Gratta]: E' in arrivo la recensione di Davide Mazzoni, che il libro di LeCarré lo ha letto! Questo per dire che le recensioni cominceranno a fioccare, ma cercheremo di fare in modo che questo accada nel modo più originale che ci verrà in mente.

sabato 28 gennaio 2012

[speculazioni] Scene di raccordo. Sublimazioni di porno, porno di sublimazioni. Altrimenti ci arrabbiamo...

Vi avevo lasciati con la terribile minaccia di una recensione, e questa non è una recensione.
Vi potete ritenere salvi?
Per niente.
Quello che ha detto che nella vita di certo ci sono solo la morte e le tasse si è più che certamente dimenticato delle recensioni. Quelle non ce le cava neanche il dentista, che l'uomo è criticone di natura e rompiballe di educazione.

Dunque. Iniziamo con un video.


Bud Spencer e Terence Hill, esatto. Proverbiale scazzottata.
I loro film funzionano esattamente (ma esattamente) come i film porno. Scene di raccordo tra scazzottate. Il fatto che codeste scene - di raccordo, per inchiodare la sintassi - siano più lunghe nei film del duo che nei film hard è un fatto puramente accessorio, che non inficia l'identità concettuale dei due generi.
Pensateci: nel film porno lui incontra lei, le parla (dicendo nel migliore dei casi battute sublimemente trash) e poi la fotte. Nel film di Bud e Terence i nostri incontrano una gang, ci parlano (dicendo quasi sempre battute epiche) e poi fanno a botte. C'è anche un rituale di gesti sempre uguali che caratterizza entrambi i tipi di pellicola: dove l'hard mostra liturgicamente in sequenza fellatio, penetrazione, sodomia e eiaculazione i film di Spencer e Hill presentano il Bud invulnerabile alla sedia sulla schiena, il cazzottone dall'alto, il Bud che sparpaglia i cattivi issandosi verso l'alto, il Terence che fa i giochetti stupidi con gli schiaffi.
Si, forse Bud ha più cliché.
E' più porno.
Ora guardate la scena che segue in base a ciò che ho detto e di certo penserete che i due se lo stanno per bordare amenamente in culo.


Altro genere che funziona come il porno. Il genere Kung fu.
Bruce Lee e tutti gli altri ragazzi.
Si potrebbe andare sulla psicanalisi e cominciare a congetturare sulla scazzottata come atto sessuale mancato o all'atto sessuale come scazzottata mancata, ma sarebbe tedioso e soprattutto non alla mia portata.
Quello che vi voglio dire è che il porno è un canovaccio NON isolato. Nella maniera più assoluta.
Quando un ben precisato atto diviene il punto cardine su cui innestare una cornice che diviene puro raccordo (magari brillante, perché no?) abbiamo il genere trasversale che sto cercando di illustrare.
E il porno diviene cinema istituzionale. Senza perturbazione. Una scazzottata.

O un cartone animato, perché no?







venerdì 27 gennaio 2012

CLASSIFICA DEI MIGLIORI FILM 2011


Cosa scrivere per prima cosa su un blog appena inaugurato? Una bella classifica, direi. Ecco allora la classifica dei migliori film usciti in sala nel 2011.

  1. FAUST – Alexander Sokurov. Semplicemente, un'opera d'arte.

  2. MIRACOLO A LE HAVRE – Aki Kaurismaki. Sogno di un socialismo (im)possibile.
  1. CARNAGE – Roman Polanski. Gioco al massacro polanskiano. Ho detto tutto.
  1. A DANGEROUS METHOD – David Cronenberg. Genesi di una malattia immaginaria.
  1. THE TREE OF LIFE – Terrence Malick. Più vero del vero.
  1. UNA SEPARAZIONE – Asghar Farhadi. Denunciare una condizione sociale senza dire una parola al riguardo.
  1. DRIVE – Nicolas Winding Refn. Volontà di essere eighties.
  1. IL CIGNO NERO – Darren Aronofsky. Volontà di essere seventies.
  1. CONTAGION – Steven Soderbergh. La forma classica del futuro.
  1. MELANCHOLIA – Lars Von Trier. Un film vissuto fisicamente.




D.M.

giovedì 26 gennaio 2012

L'ambizione uccide, pertanto apriamo un blog

Salve a tutti.
Se state leggendo queste righe vi trovate sul neonato blog di Cinedipendente. Il corrente post ne è il primo vagito, sperando che il pargolo si faccia uomo.
Ancora con questi blog (che non vi sembra che lo sport dei secchi d'acqua in mare sia abusato di questi tempi)?
Si, ancora un blog. La rete è ormai il gigantesco mostro simulacro della nostra inconsistenza, e noi lo assecondiamo, rozzi e inconsapevoli.
Parlerete di cinema come tutti gli altri blog che parlano di cinema?
Forse, ma non è l'unica delle nostre intenzioni. Cercheremo in questa sede di utilizzare al massimo il potenziale di comunicazione offertoci dalla rete, con continui cross-over con altri blog, Facebook, Twitter e tutti gli altri nomi brutti che però talvolta nascondono persone belle.
Come succederà tutto questo?
Non ve lo diciamo.
State bluffando?
Spero di no.
Certo, non è semplice acquisire visibilità con un blog, il nostro è un gesto di mera passione per il cinema. Ma se ci seguirete noi in cambio vi promettiamo di stupirvi!
Ma domani mi pubblichi una recensione e mi cascano le palle?
Mi sa di si, ma poi raccoglile, possono servire.

Benvenuti dunque su Cinedipendente!
(e ora mi viene in mente George Bailey che corre per la strada e urla: "Buon Natale, cinematografo!". E sono conscio di meritare la lapidazione per questo)


Veniteci a trovare.
Ci nutriamo della vostra curiosità.