giovedì 2 febbraio 2012

[speculazioni] Groundhog day





Buongiorno campeggiatori, camperisti e campanari! In piedi! Oggi è il giorno della marmotta!

Ebbene si, oggi è il "Giorno della Marmotta". Per la verità era ieri, ma un rapido conto di fuso orario mi dice che a Punxsatawney (Canada) è ancora il 2 febbraio. Che cos'è il giorno della marmotta, vi starete chiedendo. Non mi dilungo nello spiegarvelo, dacché qua sopra vi ho piazzato un link che lo illustra assai meglio di quanto potrei fare io. Ma adesso, saltando bellamente di palo in frasca, parliamo di cinema.

Esistono due modi di fare un film, o almeno in questo momento (sarà l'orario) me ne vengono in mente solo due. Più che modi sono attitudini, stati mentali basici coi quali si principia un lavoro di messinscena.
Il primo di questi stati è la volontà di sorprendere, sempre e comunque, eludendo continuamente l'aspettativa che ha il pubblico su quello che accadrà nei prossimi dieci secondi. Badate, non parlo dei cosiddetti "colpi di scena" (o twist), bensì del modo in cui una qualsiasi svolta (narrativa o anche solo visiva) viene porta al pubblico. Un cinema di sorpresa è quello labirintico e pedinatorio del Faust di Sokurov, in cui i protagonisti disorientano continuamente il pubblico cercando letteralmente di sottrarsi alla vista di chi guarda, in cui non esiste climax drammatico, ma un continuo ballare della messinscena sulla corda che mantenga la visione allo stato dell'arte. Un cinema di sorpresa è Hana-bi di Takeshi Kitano, fatto di sincopi e rallentamenti, montaggi incrociati di spazio e di tempo, di poesia e rabbia mescolate beffardamente.
Il cinema di sorpresa è quello che ammiriamo dal basso, che ci fa sentire piccoli per la sua grandezza, scevro di ogni complicità.

                           I protagonisti di "Faust" cercano di nascondersi maldestramente alla nostra vista

                                                                        A chi hai detto fottuto giapponese?

Il secondo degli stati di cui si parlava è il cinema classico, quello che segue codici di scrittura e tempi drammatici riassumibili in diagrammi di flusso. Via col vento? Si, quello, ma una sterminata fila di altri. Mica facile fare un film del genere! Un film che non tradisca MAI la propria progressione classica, né con orpelli visivi, né con svolte narrative forzate o semplicemente inaspettate. Se si sceglie di fare un film di questo genere bisogna avere solo un obbiettivo in testa: farlo meglio di come lo hanno fatto gli altri. Più brillante, incisivo e con un'idea di fondo migliore (una, due sono troppe!). E ogni anno che passa creare un classico è più difficile: e parlo di un classico per TUTTI, un classico insindacabile, non di Memento (è un esempio), il quale, sì, potrà diventare un classico per me, per te, ma non per mio nipote di tre anni o mio nonno di ottantacinque. Potrà al massimo rimanere quello che è, ovvero un cult. Perché i classici sono come la bomba atomica, hanno un target totale!

E qui arriviamo a lui


e al film "ricomincio da capo" (in originale, per l'appunto, "Groundhog day"). Chi l'avrebbe detto che Harold Ramis avrebbe tirato fuori dal suo insospettabile cilindro un classico coi controcazzi? Un film che sapesse cogliere lo spirito dei propri tempi incorniciandolo tuttavia in una solidità degna di un Cuckor o un Wilder? Il film è un film di genere fantastico, ma non è Inception, dove tra il racconto dei personaggi e la loro universalità morale - per così dire - si interpongono un sacco di spiegazioni e scatole cinesi che ne minano alla base la possibilità di essere un classico. Qui il fantastico e la morale non hanno filtri, si recupera la sospensione di incredulità di un René Clair, quella magia perfetta e auto-sufficiente che non ha bisogno di spiegazioni, che splende di luce propria in quanto giusta, nell'accezione di onesta, corretta, sincera. E ad animare questo gioiello c'è uno dei Migliori Bill Murray di sempre, che già da solo varrebbe il prezzo del biglietto. Perché Bill Murray fa così:


E anche così:


Fuori c'è la neve, e ieri era il "Giorno della marmotta". Fate come vi dico, mandate a quel paese il cinema di sorpresa e recuperate "Ricomincio da capo". Gli anni novanta hanno bisogno di chiamare per nome i propri classici.
E già a Punxsatawney vi stanno aspettando!



Ndg [nota di Gratta]: Poi domani l'altro vi parlerò di Takeshi Kitano, che pare essersi perso dentro il proprio personaggio ma che per me ci sta prendendo tutti per il culo. Altra cosa, rileggendo l'articolo mi sono accorto che ce l'ho con Nolan. Va beh...

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